Cenni Storici
Tratto dalla pubblicazione “Ginestra degli Schiavoni – Tecnologia, Ambiente e Storia”.
Il vecchio centro
Ginestra degli Schiavoni è un insediamento di crinale posto tra due valli percorse da altrettanti torrenti: ad ovest il Ginestra, ad est il Vallone della Cuparella. L’insediamento originario sannita, rintracciabile con buona probabilità nella Chiana Sant’Angelo, era lambito dall’importante via Egnatia che collegava Benevento a Troia attraversando i due poli urbani di Equotutico e Cluvia. Proprio nel segmento della Egnatia che cottegava i due centri sanniti era posta Ginestra. il percorso della successiva via Traiana (109-117 d.C.), che collegava Benevento a Brindisi, fu portato a valle per volere dell’imperatore, causando una parziale emarginazione del centro. Durante la dominazione longobarda il paese assunse il nome di Sant’Angelo. Ne( corso del periodo medioevale, infatti, esso era ancora rintracciabile nella Chiana Sant’Angelo dove esistono tutt’ora i ruderi di una chiesa. E’ solo tra il 900 e il 1000, che si ebbe il trasferimento della comunità sul promontorio dove si sviluppa attualmente il centro urbano. Il termine Ginestra compare per la prima volta in documenti riferibili al 1100, e dunque alla dominazione Normanna, quando il centro assunse il nome della pianta che maggiormente caratterizzava il suo territorio e si andò lentamente strutturando attorno alla torre e al necessario sistema di difesa. Nel corso del XV e XVI sec. l’espansione dell’Impero Ottomano stringeva in una morsa i popoli cristiani delta costa Dalmata che veniva volgarmente chiamata “Schiavonia” perché già dal tempo dei romani vi si razziavano schiavi. Tali popolazioni si organizzarono e resistettero agli invasori ma alla fine dovettero capitolare. L’esodo dalla terra natia di questo popolo di Schiavoni Dalmati datl’Atbania fu ben organizzato: furono accolti e smistati in varie località del meridione, in quanto il re d’Albania Giorgio Castriota chiese ai sovrani amici del Regno di Napoli di accogliere i suoi sudditi perseguitati. Intorno al 1528 un gruppo fu destinato al territorio Beneventano; di tale gruppo quaranta famiglie a Ginestra. Da tati accadimenti storici trae origine il nome del comune. Ginestra passò poi in proprietà a diverse importanti famiglie nobili: nel, 1491 si trova in possesso dei Carafa, alienata ai Marziate nel 1495, ai Caraccioto nel 1579, agli Spina alt’inizio del 1600, fino a Mario Ciaburro, capostipite dei baroni che dal 1617 al 1938 hanno posseduto la sua terra abitando il palazzo baronale. Il territorio di Ginestra, dipendente sempre dalla Diocesi di Ariano, fece parte del Giustizierato di Principato Ultra, e poi appartenne all’omonima provincia fino al 1811, quando venne aggregato alla Capitanata. Dal 1861 Ginestra degli Schiavoni appartiene alla Provincia di Benevento.
La “Forma Urbis” del Centro Storico
Il nucleo primitivo dell’attuate centro storico, sorto attorno alla torre Normanna successivamente inglobata nel palazzo baronale, può dirsi caratterizzato da uno sviluppo “a Campana”, che trova il suo epicentro in Largo Fontanella ed è caratterizzato dagli slarghi irregolari delle strade, dalle costruzioni esterne arroccate, e concluso dall’area occupata, fino a qualche decennio fa, dal palazzo baronale. Esso era ubicato alla confluenza di tre strade: via Casa lbare-Ginestra, via S. Barbato e corso Umberto I. In epoca pressocché moderna, a partire dalla prima metà del 1700, a seguito del tremendo terremoto del 1688 che rase al suolo l’insediamento, si è avuto il secondo sviluppo del centro che anzicché appoggiarsi al precedente si è andato da questo differenziando affiancandosi linearmente alla strada principale: il corso Umberto I, che dal luogo ove era ubicato il palazzo baronale giunge alla piazza antistante la nuova chiesa Madre.
Le emergenze architettoniche
La Chiesa Madre, dedicata ai Santi Pietro e Paolo, è stata inaugurata ne[ 1986 e sorge sul luogo dell’antica chiesa di Santa Maria dell’Assunzione menzionata dalle fonti sin dal 1500. Essa presenta una pianta di forma circolare con copertura a ombrello. Conserva il quadro miracoloso di S. Antonio, copia di uno andato bruciato nel 1924. La Cappella di Sant’Antonio Un’ interessante emergenza architettonica religiosa del paese è la Cappella di S.Antonio, recentemente restaurata insieme all’invaso antistante. Tale Chiesa, origina riamente dedicata a S. Martino, era localizzata fuori le mura urbane. E’ possibile ipotizzare che fosse un punto di riferimento dell’antica viabilità; nei pressi infatti passavano i tratturi di Montefalcone e di S.Giorgio La Molara che raggiungevano la Puglià per far svernare le greggi. L’originaria campana, datata 1690, è il più antico documento storico esistente di Ginestra.